giovedì 13 giugno 2013

L'etica della polvere




Nel suo giro per il mondo Darwin si imbarcò sulla Beagle con il capitano Fitzroy, metereologo ante litteram, adoratore di Bibbia e difensore del libro quale fonte attendibile in materia scientifica, al punto da passare parte della sua vita cercando di calcolare le dimensioni dell’arca di Noè. 

Possiamo immaginare che erudite conversazioni si siano svolte tra i due: il Leviatano verrà dall’argilla? Nel giorno in cui Dio creò gli animali, nacque prima il delfino o la trota? 

Eppure, se per Darwin non fu affare da poco sopportare il suo nocchiero, per Fitzroy fu una vera sciagura avere incrociato il proprio destino con quello dello scienziato. Invece di un’onesta e tranquilla vecchiaia visse tra i tormenti, perché non era riuscito a convincere Darwin della intrinseca stoltezza di una tesi che giudicava eretica. 

“ Al famoso convegno della British Association del 1860 ’’- dice lo scienziato Gould in “ Questa idea della vita”- “ lo squilibrato Fitzroy avanzò camminando maestosamente tenendo una bibbia sopra la testa e gridando “ Il libro ! Il libro ! ’’. Cinque anni più tardi si tagliò la gola ’’.


Esempio quanto mai calzante di come l’ossessione persecutoria del torto e della ragione non sempre abbiano conseguenze positive. 


Al contrario, secondo Gould la natura non ha problemi nell’ammettere di avere sbagliato, anche se lo fa a modo suo. Un po’ come accaduto con il Megaloceros giganteus, il cervo dalle corna giganti, vincitore nella gara della sopravvivenza sia perché preferito dal genere femminile della specie sia per la forza che gli permetteva di sconfiggere i rivali, sparito non ultimo proprio per le dimensioni delle sue estremità che finivano con intrappolarlo tra i rami degli alberi. 

La selezione poi non ha problemi nel ripensamento delle sue scelte. La sua maniera di procedere va anche per goffi tentativi, rivedendo a volte le sue soluzioni, com’è il caso del Pakiceto. 

Quest’ultimo è un fossile di mammifero, ritrovato in Pakistan, citato dai paleontologi a riprova della catena evolutiva delle balene, le quali in un primo momento abbandonarono il mare, poi sulla terra si trasformarono in mammiferi, quindi in una sorta di ripensamento generale fu loro concesso di ritornare tra le acque. Se questo è vero, la natura procede per tentativi in uno spontaneo crearsi della vita, nel suo evolversi non esistono né il torto né la ragione, categorie del tutto umane, che non sempre aiutano la nostra specie nella sopravvivenza. 

Vista in questi termini la natura sembra rivoltante e cinica ma non è poi lontana dal nostro modo di procedere dove nella maggior parte dei casi chiamiamo torto ciò che ci fa star male e ragione ciò che ci fa star bene. La sciagurata vita di Fitzroy pare infatti riprova di un uomo che pur di non ammettere di avere torto, (non moriva Dio ma una maniera di pensarlo, la sua in particolare) si tagliò la gola. 

Torto e ragione, dunque, forse sono stati concepiti dalla natura in termini di“ resilienza”, cioè quell’insieme di abilità e flessibilità necessarie per adottare nuovi comportamenti una volta dimostrato che i precedenti non funzionano a raggiungere l’equilibrio. 

Così parla J. Ruskin nel suo capolavoro “L'etica della polvere”: “ (…) potremmo andare più giù nella scala della natura mostrando il carattere e le astuzie dei cristalli, i loro contrasti, vedere come si comportano quando un corpo estraneo giunge a turbare i loro progetti, più antichi di qualunque cosa la nostra mente possa concepire. Far vedere come lasciano entrare o rigettano il nemico, e la possibilità di vittoria del più debole sul più forte come nel caso dell’onnipotente quarzo, che abbassa cortesemente la guardia di fronte all’umiltà un po’ sorniona dell’epidoto, consentendogli di sormontarlo, o del cristallo di rocca, nella sua lotta ora magnifica ora terribile con il ferro. Mostrare l’espandersi regolare ed immacolato di un blocco ialino, che respinge in anticipo ogni contaminazione, e lo sviluppo fragile, la chiara immoralità di un fratello dello stesso blocco che invece accetta le contaminazioni”.

Nessun commento: