mercoledì 5 giugno 2013

Il teorema della rosa





Dice la Szymborska, in un piccola teorema sulla legge dell’identità che potremmo chiamare “ il teorema della rosa”: 

Se anche prendessi il monte, non fiorirei di una rosa. 
D'una rosa fiorisce solo la rosa. Lo sai. 

Insomma, A uguale ad A. La questione fu a sua volta formulata da Gertrude Stein (una rosa è una rosa è una rosa). Per la Stein quando un poeta pronuncia la parola “ rosa” non evoca solo l’oggetto in se stesso, ma l’immaginario che si è accumulato sull’oggetto in secoli di letteratura, di miti e di linguaggio. All’inizio la rosa era rossa e aveva le spine, oggi ha varie caratteristiche: è diventato un fiore geneticamente modificato. 

In questa diatriba filosofica tra poeti, che si rispondono da un secolo all’altro lo sappiamo, interviene anche il verso di Bernardo Cluniacense, stat Roma pristina nomine, nomina nuda tenemus, (dove la parola Roma fu poi trasformata in Rosa da Umberto Eco) la cui traduzione pressappoco è: "Roma antica esiste solo nel nome..." 
E ne potremmo fare una questione oziosa, da critica botanica e pura. 

Nella critica impura, invece, la quale non prescinde mai dall’idea che noi siamo le cose ma anche il modo come diciamo le cose, ci sono varianti in questa scuola di pensiero, non ultima la canzone di Horacio Guarany, dal titolo “Se tace il cantore”, (Si se calla el cantor). 


Se tace il cantore muore la rosa 
a che serve la rosa senza il canto? 
Deve essere il canto una luce sopra i campi 
che illumini sempre gli umili. 
Non taccia il cantore, perché il silenzio 
Vile nasconde la malvagità che opprime 


La canzone fu scritta durante la dittatura argentina di Videla e fu anche per questi versi che il poeta si meritò un paio di bombe sotto casa. Nominare la rosa qui vale denunciare, non occultare le torture. In questo senso tutti possiamo essere poeti. 

Il teorema della rosa si illumina di un altro corollario: non viviamo in un mondo astratto dove esiste la rosa e chi nomina la rosa. Esistiamo in un mondo profondamente condizionato dai linguaggi e dal silenzio che insegnano le dittature. 

Se A è uguale ad A (Szymborska), se A è uguale a tutto ciò che è stato detto su A (Stein), A continua ad essere A solo se può essere nominato come A sotto qualunque regime (Guarany). L’identità della rosa non può prescindere dalla libertà della rosa. 

In memoria dei giornali liberi

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