giovedì 25 aprile 2013

Linneo e la farfalla dell'ecclissi


Per quanto gustoso non sono riuscita a trovare traccia di un aneddoto della vita dello scienziato Linneo che mi riferì un vecchio professore parecchi anni addietro. 


La vecchiaia di Linneo venne funestata dalla depressione e dalla amnesia. In uno dei rari sprazzi di lucidità, che riaffioravano a volte nella sua mente, Linneo volle prendersi gioco dei suoi alunni. Afferrò un pennello e intingendolo di rosso dipinse le ali di una comunissima cedronella, facendola passare per una nuova specie da lui appena scoperta, a cui diede il nome, ironico e amaro, di Farfalla dell’Eclissi.

Com’era la natura prima di Linneo?

«Alcune sono verdi, altre nere, altre blu. Alcune volano con un paio di ali, altre con più paia. Quelle che non hanno ali saltano, quelle che non saltano camminano. Alcune hanno ali più lunghe, altre più corte. Alcune cantano, altre no.» così il naturalista inglese Thomas Muffet descriveva, nel XVI secolo, le cavallette. E forse aveva ragione Linneo quando diceva che se non conosciamo i nomi, siamo fatalmente destinati a non conoscere neppure le cose.

In questi giorni, di calma apparente, mi convinco sempre di più che la dittatura e il fascismo, prima ancora che dei regimi politici, siano una particolare malattia del linguaggio che tra i molti sintomi possiede anche quello dell’eclissi. I discorsi diventano astratti, opachi, inconsistenti. Il registro delle parole si restringe inesorabilmente. Scompaiono l’esattezza e la perfidia dei nomi, quindi, se dobbiamo credere a Linneo, svaniscono anche le cose.


Nulla di strano che davanti a sinfonie come misure, rivisitazione, diminuzione, riduzione, riforma, governo di scopo, emergenza nazionale, certuni che continuano a parlare di cose concrete facciano la fine delle cavallette di Muffet. Che so, problemi come l’acqua, la scuola, la salute pubblica, togliere i finanziamenti alle scuole private, dimezzare gli stipendi della casta, garantire il reddito minimo di cittadinanza. Inutile, sembra di sentirlo in risposta quel soffio leggero: “alcune sono verdi, altre nere, altre blu. Alcune volano con un paio di ali, altre con più paia…” 


Le parole, poi, si vendicano. Linneo, per esempio, un tristissimo giorno si svegliò e non ricordò più il nome dei suoi figli. Fino a quel giorno aveva battezzato qualcosa come 14.000 piante, 3.198 insetti, 1.564 conchiglie e numerosissime altre specie. Si dice che quel giorno pianse amaramente.