domenica 26 maggio 2013

La disconferma



Mi accadde, tempo fa’, di andare ad una mostra di Keith Haring alla Triennale di Milano, accompagnando una mia classe. Durante la visita, che durò due ore, la guida riuscì a non pronunciare neppure una volta la parola “ omosessualità” a proposito del pittore. Il che è come riuscire a non parlare di Rinascimento davanti a un quadro di Botticelli o di esilio nel caso di Dante. I ragazzi, naturalmente, mostrarono una certa perplessità davanti al mutismo della guida e ai quadri dai contorcimenti anatomici piuttosto spericolati, davanti ai quali, lei, implacabile, si immolava come davanti ad un quadro di puro astrattismo. Dopo cinque minuti la piantarono in asso, come fanno i ragazzi, ovvio, cioè smisero di ascoltarla. 

Si chiama “ disconferma”. Una forma di violenza verbale che l’antropologo e filosofo Bateson non esita a definire come “una delle più penose e spesso crudeli forme di comunicazione umana”. La disconferma, a differenza della negazione non dice all’altro “ hai torto”, affermazione che comunque riconosce la presenza e la dignità dell’interlocutore, comunica invece il “ tu non esisti”. Si dirà che la mia buona guida negava l’esistenza di una parte della vita di Haring, non l’intera sua esistenza. Anche io la pensavo così, finché non ho sentito dire da qualcuno che “ la mafia non esiste”. Fateci caso, se la mafia non esiste, non esiste l’antimafia, né Falcone, né Borsellino, né Provenzano, né le bombe né il carcere duro per i mafiosi. 

Dunque, mi ha colpito non poco la frase di Napolitano quando ha affermato che “bisogna fermare la violenza verbale poiché può portare all’eversione”. Si, perché ci sono tante, ma proprio tante forme di violenze verbali di cui l’insulto e l’ingiuria sono solo una specie, forse la più riconoscibile. Ve ne sono di altre ben più sottili e molto più difficili da riconoscere, come la disconferma vedi il caso, magia verbale grazie alla quale in questi giorni sparisce una parte di Italia indignata, arrabbiata, esasperata da un governo che non la riconosce né le da la possibilità di esprimersi perché si arroga il diritto di affermare “ tu non esisti”. 

L’eversione è già lì, non bisogna cercarla più di tanto in giro, è in quel negare l’esistenza di un paese devastato nei suoi valori morali e civili. Come se nulla, ma proprio nulla accadesse.  

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